martedì 26 gennaio 2016

MODEST FASHION: LA RELIGIONE FA MODA

La Modest Fashion ormai dilaga, da DKNY e Valentino a Zara, da Prada e Gucci a Mango, la tendenza per capi sobri, adatti anche alle esigenze di una clientela musulmana, è trasversale. 
Il fashion islamico ormai fa incassare cifre da capogiro... quanto basta per far scendere i più noti designers in campo con collezioni ad hoc ispirate ai rigorosi dettami islamici. 

Sempre sul tema intrecci Fashion, Folks & Religions, recentemente ha fatto molto discutere sui social network la trovata del brand H&M che ha trasformato il Tallit ebreo (lo scialle tradizionale da preghiera) in un capo da collezione per tutti: disponibile in lana, in cotone o al 56 per cento d’acrilico, con righe blu o nere tradizionali. Lavabile in acqua fredda e in lavatrice. Stirabile. In vendita anche online a poco più di 20 dollari.
In realtà, il trend di ispirarsi alla religione nella moda internazionale è stato lanciato in primis da Dolce&Gabbana con la loro splendida Abaya Line, dal nome della tunica che copre il corpo, salvo testa mani e piedi, ideata per il mondo musulmano. La linea, abbandona reggiseni a vista e linee provocanti, per rivolgersi ad una clientela precisa per la quale è stata bandita dai designers ogni traccia di seduzione che da sempre caratterizza il noto brand. Una collezione tutta incentrata sul nero e sul beige e sui contrasti tra bianco e nero negli intarsi rubati alla tradizione islamica, con applicazioni e arabeschi tono su tono, veli fantasia a ricoprire il capo, fruscianti tuniche con sobrie trasparenze alla caviglia e sottili richiami alla tradizione siciliana.

Alla fine non si può che concordare con Coco Chanel... nulla è più elegante d’una ritualità che resiste ai millenni.

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